martedì 8 marzo 2011

MTC (MEDICINA TRADIZIONALE CINESE) - AGOPUNTURA

pubblicata da Vincenzo Di Maio il giorno sabato 8 gennaio 2011 alle ore 22.12

L'Agopuntura è una pratica medica che risale all'antica Cina. Essa può essere usata per curare certi malanni, per sollevare determinate sofferenze fisiche e come anestesia negli interventi chirurgici. Le tecniche usate dall'agopunture implicano quasi sempre l'inserzione di aghi, più o meno sottili, in determinate parti del corpo e l'eventuale manipolazioni degli stessi (vibrazioni, rotazioni, ecc.). Le manipolazione sono spesso sostituite da una leggera corrente elettrica immessa negli aghi stessi.

La filosofia alla base dell'Agopuntura *

La tradizione cinese ritiene che vi sia una energia vitale, chiamata "Ki", che circola attraverso tutto l'organismo servendosi di canali energetici definiti "meridiani". La malattia viene perciò vista come un fluire eccessivo, un ingorgo o una carenza, di tale energia. L'azione dell'agopuntore è appunto rivolta a riportarla nella sua normalità.

L'energia vitale, generata dalla respirazione, l'alimentazione, la luce solare e l'energia ancestrale (costituzionale, N.d.R.), viene distribuita attraverso i meridiani. Una distribuzione non normale può generare disfunzioni e malattie, anche quelle nervose o di carattere emotivo.

Secondo l'Agopuntura, infatti, le emozioni e gli organi interni sono strettamente correlati, ne consegue che la disfunzione di una dato organo viene a riflettersi nel mondo emozionale e viceversa.

* si fa presente che l'autore di questo sito utilizza la parola 'filosofia' ma come già spiegato in precedenza in merito alla conoscenza estremorientale, è molto più appropriato tradurre tale concezione con la parola 'sapienza', come anche è da segnalare alcune incongruenze relative alla traduzione di alcune parlole. Pertanto troveremo, ad esempio, la parola 'Ki' di derivazione giapponese al posto della parola 'Qi' concezione cinese originaria.



I Meridiani

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, per mantenersi in buona salute è molto importante il modo in cui il Ki è distribuito e bilanciato nell'organismo. Il corpo umano è costituito di miliardi di cellule: ognuna di esse deve ricevere continuamente l'energia Ki affinché il corpo possa continuare a funzionare normalmente.

I Cinesi avevano minutamente descritto i percorsi energetici in cui scorre il Ki; questi percorsi sono formati da un complesso disegno di punti, canali primari e rami secondari, con cui il Ki può fluire collegando insieme lo spirito, la mente e tutte le parti del corpo. Attualmente tali percorsi vengono chiamati Meridiani.

I Meridiani non devono essere considerati come canali fisici, come lo sono le vene e le arterie il sangue, infatti non possono essere esaminati con l'uso del microscopio. Essi formano la parte più importante della teoria su cui si basa l'Agopuntura, così come l'anatomia e la fisiologia lo sono per gli studenti della nostra medicina.

Va notato che il Sistema dei Meridiani, ampiamente documentato nella Medicina Cinese per oltre quattromila anni, è stato recentemente confermato da esperimenti scientifici. Utilizzando apparecchiature elettroniche molto sensibili si è infatti riscontrato che lungo il percorso dei Meridiani esiste un potenziale elettrico diverso da quello dei tessuti circostanti.

Vi sono 12 Meridiani regolari ed 8 Meridiani extra che costituiscono i canali principali per la distribuzione del Ki. Vi sono inoltre altri Meridiani, detti collaterali, che servono a collegare i 20 Meridiani di cui sopra; tutti insieme formano una vera e propria rete con cui il Ki viene distribuito a tutto l'organismo.

Nella Medicina Tradizionale Cinese ogni malattia può essere ricondotta ad un fluire eccessivo, un ingorgo o una carenza del Ki. È interessante notare che tale Medicina considera il sangue come il più piccolo vettore materiale dell'energia, pertanto il fluire del Ki è intimamente correlato a quello del sangue. Ogni azione terapeutica tenderà perciò a promuovere una buona circolazione del Ki e conseguentemente del sangue.

Circa 4.500 anni fa, secondo la cronologia cinese, le funzioni principali dell'organismo erano già note e furono rappresentate con dei simboli che rappresentano sia gli organi che le loro funzioni. Gli occidentali, quando si sono avvicinati allo studio dell'agopuntura, li hanno invece considerati come i nomi degli organi fisici, impelagandosi così in un groviglio inestricabile di errori terapeutici.

La codifica dei Meridiani comprende:

* 10 Meridiani principali, che corrispondono ad altrettanti organi interni ed alla loro funzione,
* 2 Meridiani regolatori,
* 8 Meridiani ancestrali, di cui esamineremo solo i due principali,
* altri Meridiani secondari, di cui non ci occuperemo.



I 10 Meridiani principali

I dieci Meridiani principali sono presenti su entrambi i lati del corpo e fanno circolare il Ki in tutto l'organismo. Anche se l'energia che circola è sempre la stessa vi sono cinque Meridiani che operano in profondità (chiamati Yin), e cinque che operano in superfice (chiamati Yang).

Attenzione: in un meridiano Yin non vi è energia Yin ma Ki che circola in profondità, così dicasi per quelli Yang in cui il Ki circola più in superficie.

Ogni Meridiano principale corrisponde ad un organo interno, per la precisione i Meridiani Yang corrispondono ad un organo cavo (Fu), detto viscere (stomaco, vescica, ecc.), mentre quelli Yin sono correlati ad un organo pieno (Tsang), ovvero: fegato, rene, ecc.

Attualmente i 10 Meridiani principali (più sotto elencati) vengono abbinati tra loro, uno Yin ed uno Yang, al fine di formare delle coppie coerenti nelle loro funzioni.



Polmone (Yin) >> con Intestino Crasso (Yang).

Rene (Yin) >> con Vescica (Yang).

Fegato (Yin) >> con Cistifellea o Vescicola Biliare (Yang).

Cuore (Yin) >> con Intestino Tenue (Yang).

Milza-Pancreas (Yin) >> con Stomaco (Yang).





I 2 Meridiani regolatori

Questi 2 Meridiani, detti Mastro del Cuore e Triplice Bruciatore, sono complementari fra loro. Non presiedono al funzionamento di singoli organi ma a quello di aree più vaste.

1. Mastro del Cuore o Pericardio (Yin): gestisce l'energia generata dal movimento cardiaco e regola la circolazione del sangue e degli altri liquidi organici attraverso tutto il corpo.
2. Triplo Bruciatore (Yang): gestisce l'energia generata dal metabolismo della regione cardiaca, dell'area centrale della regione gastrica e della regione pelvica. In questo modo provvede alla termoregolazione e all'equilibramento calorico nel l'intero organismo.

Date le loro funzioni questi due Meridiani influenzano tutti gli organi e tessuti governati dagli altri dieci Meridiani e da questi sono influenzati.



I Meridiani ancestrali

Questi Meridiani sono otto ma, per ciò che riguarda la magnetoterapia, esamineremo brevemente solo i due principali.

1. Vaso di Concezione (Yin): viene considerato come regolatore della circolazione del Ki e del sangue in tutti i Meridiani di tipi Yin. Ha origine in un punto posto fra l'ano ed i genitali, sale nel mezzo della parte frontale del corpo e termina nel labbro inferiore.
2. Governatore nervoso (Yang): viene considerato come regolatore della circolazione del Ki e del sangue in tutti i Meridiani di tipi Yang. Parte dal coccige, sale lungo la colonna vertebrale, segue la linea mediana della testa e poi della faccia per finire nella gengiva superiore.



Il percorso dei Meridiani

- Percorso dei Meridiani Yang:

I Meridiani dello Stomaco, Cistifellea e Vescica partono dalla testa e terminano nelle dita dei piedi, mentre Intestino Crasso, Intestino Tenue e Triplice Bruciatore, hanno origine nelle dita delle mani e terminano nella testa.

- Percorso dei Meridiani Yin:

I Meridiani della Milza, Fegato e Rene partono dalle dita dei piedi e terminano in zona toracica, mentre i Meridiani del Polmone, Cuore e Mastro del Cuore, hanno origine nel petto e terminano nelle dita delle mani.

Tutti questi Meridiani affiorano all'esterno, alcuni nel tratto tra i gomiti e le punta delle dita delle mani, altri tra le ginocchia e la punta delle dita dei piedi.



Il ciclo circadiano

Nell'arco delle 24 ore vi un periodo di tempo (2 ore) in cui ogni Meridiano raggiunge il suo massimo di energia, dopo 12 ore raggiunge invece il suo minimo livello energetico. Questo ripetersi prende il nome di "ciclo circadiano" ed è correlato alla rotazione del nostro pianeta.



Elemento >> Organo >> Massima attività >> Minima attività



Aria >> Polmoni >> dalle 3 alle 5 >> dalle 15 alle 17

" >> Intestino crasso >> dalle 5 alle 7 >> dalle 17 alle 19

Terra >> Stomaco >> dalle 7 alle 9 >> dalle 19 alle 21

" >> Milza-Pancreas >> dalle 9 alle 11 >> dalle 21 alle 23

Fuoco >> Cuore >> dalle 11 alle 13 >> dalle 23 alla 1

" >> Intestino tenue >> dalle 13 alle 15 >> dalla 1 alle 3

Acqua >> Vescica >> dalle 15 alle 17 >> dalle 3 alle 5

" >> Reni >> dalle 17 alle 19 >> dalle 5 alle 7

Fuoco >> Maestro del Cuore >> dalle 19 alle 21 >> dalle 7 alle 9

" >> Triplo Bruciatore >> dalle 21 alle 23 >> dalle 9 alle 11

Legno >> Cistifellea >> dalle 23 alla 1 >> dalle 11 alle 13

" >> Fegato >> dalle 1 alle 3 >> dalle 13 alle 15



Da questa tabella apparirà chiaro perchè, come ogni medico conosce, le crisi di asma siano più frequenti alle quattro del mattino. Coloro che soffrono di stomaco avranno invece notato come la colazione sia il pasto più digeribile di tutta la giornata.



Energia bloccata e malattie

Nel loro percorso interno i Meridiani trasportano il Ki e promuovono lo scorrere del sangue, aiutando i vari organi a svolgere le loro funzioni. Tramite il Meridiano a lui collegato, la disfunzione di un organo interno può apparire in superficie, magari in un punto distante dall'organo stesso. Agendo su determinati punti di tale Meridiano è possibile riportare l'organo nella sua condizione originaria.

Il Ki che circola nei Meridiani potrebbe bloccarsi in un punto; in questo caso si creerà una congestione, l'energia aumenterà e creerà un dolore. Questo provocherà una mancanza di energia nel Meridiano successivo che indebolirà l'organo da lui alimentato.

Le malattie trovano pertanto la loro origine nello squilibrio della circolazione energetica. Un squilibrio dell'energia potrebbe portare ad una eccedenza di Yin che porterà debolezza, mentre un'eccesso di Yang, che darà la sensazione di avere troppa energia. La preponderanza di Yin porterà ad una sintomatologia fredda. La preponderanza di Yang ad una sintomatologia calda.> ORGANI >> SAPORE >> EMOZIONE >> SENSO



Metallo >> polmoni/intestino crasso >> piccante >> angoscia >> odorato

Acqua >> reni/vescica >> salato >> paura >> udito

Legno >> fegato/cistifellea >> agro >> ira >> vista

Fuoco >> cuore/intestino tenue >> amaro >> gioia >> gusto

Terra >> stomaco/milza/pancreas >> dolce >> preoccupazione >> tatto



Note terapeutiche

La tabella sopra riportata propone degli accostamenti assai interessanti. La presenza di una disfunzione di uno dei sensi, per esempio, indica che molto probabilmente vi è un problema all'organo a lui correlato. Un problema alla vista può perciò avere la sua causa nel fegato ed una disfunzione dell'udito nei reni.

La Legge dei 5 elementi stabilisce anche le seguenti relazioni tra i vari elementi, offrendo la possibilità di comprendere e curare le malattie da un punto di vista puramente energetico.



Il Ciclo costruttivo

Il Ciclo Costruttivo (Sheng), lega due elementi in un'intima relazione chiamata "madre/figlio". In questo ciclo ogni elemento viene considerato come l'agente che favorisce la "crescita" del successivo, ovvero:

* il Legno fa ardere il Fuoco,
* il Fuoco produce la Terra (ceneri),
* la Terra da cui si possono estrarre i Metalli,
* i Metalli (fondendo) diventano liquidi e simili all'Acqua,
* l'Acqua è indispensabile per la crescita delle piante e del Legno,
* il Legno fa ardere il Fuoco,

Ne consegue che:

* tonificando il fegato si rinforza il cuore,
* tonificando il cuore si rinforza la milza,
* tonificando la milza si rinforzano i polmoni,
* tonificando i polmoni si rinforzano i reni,
* tonificando i reni si rinforza il fegato.



Il Ciclo di controllo

Sempre il Nei King insegna che ogni elemento ne controlla un altro. Questo legame viene chiamato ciclo di controllo (Ko). In altre parole possiamo descriverlo dicendo che:

* il Legno (radici) imbriglia la Terra,
* il Fuoco fonde i Metalli,
* la Terra incanala l'Acqua,
* il Metallo taglia il Legno,
* l'Acqua spegne il Fuoco.

Esaminando le varie relazioni di controllo possiamo vedere come:

* un eccesso di attività del fegato danneggia stomaco e milza,
* un eccesso di attività del cuore danneggia polmoni ed intestino crasso,
* un eccesso di attività della milza danneggia reni e vescica,
* un eccesso di attività dei polmoni danneggia fegato e cistifellea,
* un eccesso di attività dei reni danneggia cuore e intestino tenue.

Alcune di queste relazioni sono ovvie anche nella comune pratica medica. Per esempio, la tonificazione del rene (acqua) provoca, per aumento dell'eliminazione di sostanze liquide e solide, la tonificazione (decongestione) del fegato (legno) e la dispersione del cuore (fuoco), che non deve più spingere nella circolazione sanguigna una eccessiva quantità di liquidi. Comunque, per ottenere una spiegazione più esauriente di questa teoria, la scienza ufficiale deve percorrere ancora una strada assai lunga.



Le Cinque Energie Perverse

Quando l'evoluzione dell'energia cosmica è anormale (ad es. Vento e freddo in estate) e la capacità difensiva non è abbastanza forte, l'energia anormale penetra nel corpo, disturba il fluire del Ki e genera una malattia. Questa energia nociva viene chiamata "Energia Perversa", e la malattia che ne consegue è considerata di origine esterna. Generalmente il punto da cui è entrata l'energia perversa è doloroso alla palpazione.

Per curare le malattie esterne è necessario eliminare l'energia Perversa. Per trattare quelle interne, e migliorare la difesa organica, è necessario rinforzare il Ki che circola nell'organismo. Un eccesso o una carenza di Ki sono infatti di estrema importanza nella manifestazione ed evoluzione della malattia.

Seguono le Cinque Energie Perverse:

* il Vento corrisponde al Legno (Fegato/Cistifellea),
* il Calore corrisponde al Fuoco (Cuore/Intestino tenue),
* l'Umidità corrisponde alla Terra (Stomaco/Milza-Pancreas),
* il Secco corrisponde al Metallo (Polmoni/Intestino crasso),
* il Freddo corrisponde all'Acqua (Reni/Vescica).

Va notato che il Vento è l'energia perversa che più frequentemente crea problematiche. Tra queste elenchiamo il dolore ad una tempia o un dolore acuto nel fegato.



I Cinque Elementi Psichici

Nella Medicina Cinese, le cause interne delle malattie sono designate come i Cinque Elementi Psichici, ne segue l'elenco con le aree dove viene sentita la loro influenza:

* la Gioia in eccesso danneggia Cuore e Intestino tenue,
* la Rabbia in eccesso ferisce Fegato e Cistifellea,
* l'eccesso di Preoccupazione ingiuria Stomaco, Milza e Pancreas,
* la Tristezza in eccesso danneggia Polmoni e Intestino crasso,
* un eccesso di Paura ingiuria Reni e Vescica

Bibliografia

In particolare:

*

Ilza Veit, The yellow emperor's classic of internal medicine,
University of California Press, Barkeley, Los Angeles, London.
*

Maria Mercari, TUINA, il massaggio che risveglia corpo e mente, p. 11.
Corbaccio Editore, 1997.
*

Micho Kushi, Il libro del Do In, p. 58.
Edizioni Mediterranee, Roma, 1979.
*

Naboru Muramoto, Il medico di se stesso,
Feltrinelli Editore, Milano.
*

Hanry Chenot, La dieta energetica,
Rizzoli Editore, Milano.

Tratto da: http://www.procaduceo.org/it_strum/agopuntura.htm

giovedì 13 gennaio 2011

WUSHIDAO & BUSHIDO: la Via del Guerriero

La via del guerriero è lo stile di vita dell'uomo pienamente determinato verso uno scopo oppure semplicemente nel dare continuo lustro ai principi etici a cui fa riferimento, che nella cultura samuraica giapponese è in particolare rappresentato dalla lealtà della classe dei Samurai verso il paese, verso lo Shōgun e verso il Tennō.
Questo stile di vita in Occidente viene usulamente chiamato Bushidō.




Ma la via del guerriero giapponese, in realtà prende spunto dallo stesso sostrato culturale del Wude, dall'etica del guerriero cinese che nella pratica quotidiana prende il nome di Wǔshidao, che altro non è se non la parola originaria da cui deriva quella giapponese e più famosa di Bushidō.

Wushidao e Bushidō rappresentano quindi la stessa cosa, anche perchè la loro traduzione in italiano significa letteralmente disciplina marziale/etica militare (Wu e Bu) ed il concetto di essere (Shì e Shi), che insieme significano guerriero combattente (Wushì e Bushi), che aggiunte alla complessa significazione di via/condotta/sentiero (Dao e Dō), vanno a tradursi in italiano con 'la Via del Guerriero'.

L'etica di base è molto simile, in quanto fanno riferimento alle antiche radici culturali siniche, ma mentre in Cina si esprime in particolare nella pratica del Wude, in Giappone si esprime particolarmente nel Budō.

Queste differenze nascono da una distinzione confuciana fondamentale che vede la cultura cinese che predilige il Wen 文 (la letteratura, la sapienza, le arti, la cultura), mentre la cultura giapponese predilige il Wu 武(l'autodisciplina, la marzialità, l'austerità, il vuoto). [Nella trascrizione giapponese il Wu cinese viene tradotto con Bu. NdA]

Questa è soltanto una visione di insieme che, con molta superficialità, cavalca secoli di storia e civiltà dell'estremo oriente su cui ci sarebbe molto ancora da dire, in quanto moltissime sarebbero le differenze antropologiche.

Qui sotto vi lascio uno scritto 'anonimo giapponese' risalente al 1300 ca. usualmente denominato Il Credo del Samurai.

Buona lettura.

Vincenzo Di Maio



Non ho genitori, il Cielo e la Terra sono i miei genitori.
Non ho dimora, il DanTian e' la mia dimora.
Non ho potere divino, la lealtà è il mio potere divino.
Non ho mezzi, la disciplina è il mio mezzo.
Non ho poteri magici, la forza interiore sono i miei poteri magici.
Non ho vita e non ho morte, l'eternità del respiro è la mia vita e la mia morte.
Non ho corpo, la forza è il mio corpo.
Non ho occhi, il bagliore del fulmine sono i miei occhi.
Non ho orecchie, la sensibilità sono le mie orecchie.
Non ho membra, la velocità sono le mie membra.
Non ho miracoli, l'esistere è il mio miracolo.
Non ho talento, la prontezza della mente è il mio talento.
Non ho principi, l'adattamento è il mio principio.
Non ho leggi, la mia difesa è la mia legge.
Non ho strategia, costruire e distruggere è la mia strategia.
Non ho tattiche, il vuoto e il pieno è la mia tattica.
Non ho disegni, l'opportunità è il mio disegno.
Non ho castello, la fermezza della mente è il mio castello.
Non ho corazza, la buona volontà è la mia armatura.
Non ho amici, la purezza della mente è il mio amico.
Non ho nemici, l'imprudenza è il mio nemico.
Non ho spada, il vuoto della mente è la mia spada.

  

mercoledì 12 gennaio 2011

La dieta del Dottor Lin

Il dottor Lin è un particolare esperto di dietetica tradizionale cinese a Pechino e consiglia alcuni piccoli accorgimenti alle nostre abitudini alimentari, seguendo piccoli accorgimenti che possono permetterci di dimagrire senza troppo sforzo, magari integrando con delle attività motorie come delle semplici lunghe passeggiate.

Questi piccoli consigli possono davvero cambiare la nostra vita, non soltanto dal punto di vista del peso, ma della nostra integrità salutare recuperando gli scompensi bioenergetici delle nostre cattive abitudini, riducendo le tossine incamerate dalla cattiva alimentazione e sciogliendo poco a poco i blocchi energetici presenti sui nostri meridiani.

Anche se questi consigli sono soltanto le basi della dietetica tradizionale cinese, e che la dietetica tradizionale cinese è soltanto l'ottava parte di tutto l'apparato terapeutico e applicativo della medicina 'tradizionale' cinese, come anche della medicina 'classica' cinese, è sempre bene accetto qualsiasi sforzo verso tale direzione, anche se è sempre bene farsi seguire da un esperto.

E' importante tener presente che la dietetica cinese non è paragonabile né alla dietologia e né al nutrizionismo occidentale, ma è molto di più.

Magari prossimamente dedicherò un intero post alla dietetica cinese.

Approfondite e informatevi.

Buona Lettura!

Vincenzo Di Maio



IL DOTTOR LIN:

Uno stile di vita salutare sta soprattutto nel cambiare le tue abitudini alimentari.

Mangiare prodotti locali di stagione e a buon mercato è un principio salutare, questo va fatto perché la gente usa mangiare prodotti provenienti da altri luoghi e ciò comporta cattive conseguenze per il tuo stomaco.

Devi Bere? - Bevi soltanto acqua, oppure thè.

Devi mangiare? - Mangia 5 chili di vegetali nell'arco di un mese.

Vuoi mangiare carne? - Scegli carne di pollo e coniglio cresciuto naturalmente, oppure sostituisci col pesce, preferibilmente di profondità come il pesce azzurro, tipo il merluzzo.

Vuoi mangiare uova? - Cerca di non abusarne e se proprio vuoi usalo non più di tre volte a settimana.

Vuoi usare salsa di soia? - Non comprare mai versioni americane in quanto derivati di OGM.

Vuoi mangiare cereali? - Mangia molti cereali integrali non lavorati, soprattutto avena e frumento.

Per colazione dovresti mangiare patate insieme a cereali come il grano o frumento, poi un frutto e due tipi di vegetali: ed è meglio mangiarli in simili quantità per bilanciarle.

Così il migliore cibo sono cereali come frumento, muesli, granturco, mais, sorgo, avena e simili.

Riguardo a frutta e vegetali, si può mangiare radici, tronco, fiori, frutti e foglie.

Carote, cocomeri e frutti rossi sono anche necessari per i vegetali giornalieri.

Quando mangi, tu devi apprendere la buona sequenza.

Per prima cosa mangiare frutta, dopodiché iniziare a mangiare vegetali, e poi i cereali e infine mangiare le carni o il pesce.

Questo sarà buono per il tuo stomaco e facile per te perdere peso.

In questo modo, tu puoi mangiare molto ma senza incrementare peso.

E' anche meglio mangiare i vegetali crudi.

Infine, le persone dovrebbero avere un buon carattere ed essere felici.

Non essere arrabbiato facilmente oppure troppo tollerante, perchè sono sintomi di malessere: consiglio di essere franco che non è affatto male.

Un'altra cosa importante: è anche meglio  fare colazione intorno alle 6,30-7,30 del mattino come è anche salutare andare a dormire prima delle 11,00 della sera.

Buona fortuna.

Dr. Lin


domenica 9 gennaio 2011

L'uomo è parte della natura

« L'uomo è natura. Per questa ragione è impossibile pensare a quella deformazione tutta occidentale che vede l'uomo contro natura, in quanto il suo sistema capitalistico è innaturale. E' questa una malformazione umana da trasformare. I filosofi hanno pensato il mondo, ed esso è già stato filmato, si tratta ora di trasformarlo. »
Guy Debord

« L'uomo non è il centro della vita, la misura delle cose, ma è totalmente e soltanto parte della natura. »
Zhuang Zi

L'uomo è parte della natura

Pensare di trascurare la natura identificandola come se fosse qualcosa di esterno a noi invece di qualcosa che ci pervade totalmente è un errore madornale che la natura, in eventi tragici come il terremoto in Abruzzo o in situazioni comiche come le illusioni del sole nel deserto e la beffa diplomatica insita nella storia della famigerata isola Ferdinandea apparsa e scomparsa al largo della sicilia nel 1831, dimostra la pochezza di un essere ingrato come l'uomo bianco.

In tal senso la comparazione di queste due citazioni, rispettivamente di Guy Debord e di Zhuang Zi, danno molti spunti per riflettere.

Siamo di fronte a due epoche molto distanti e due mondi estremamente diversi, l'uno europeo e l'altro cinese, uno contemporaneo e l'altro antico risalente al 400 a.c. ca., uno di matrice razionalista con i suoi limiti cognitivi di natura metafisica e l'altro di matrice taoista ed estremamente pratico e semplice nella sue affermazioni, uno tendenzialmente teorico-deduttivo e astrattista mentre l'altro estremamente empirico e naturalista, uno appartenente al mondo dell'attaccamento cognitivo della filosofia mentre l'altro è libero perchè isolato dal mondo nonchè completamente immerso in una sapienza dalle radici antiche appartenente alla tradizione antropologica cinese.

Per strade diverse questi due mondi protendono a convergere, laddove l'uno cerca di trovare riparo e correzione al suo mondo distorto, come del resto fa anche un certo filone di pensiero europeo composto da molti altri prima di lui (da Socrate a Jean Jacques Rousseau NdA), mentre il secondo non ne ha affatto bisogno in quanto la sua cultura è intrisa di complementarietà diretta con la natura, è un soggetto che appartiene ad una dimensione che, dall'avvento colonialista dell'imperialismo culturale europeo, si è dovuta confrontare ed adeguare a quel sistema sociale che, con sottile e perversa astuzia, ha vinto le forze etiche e antropologiche di quella grande terra che il buon vecchio Marco Polo chiamava Catai.

Mentre Guy Debord si inserisce contestualmente nella cultura contestatrice dell'Europa francese, con la sua iniziale appartenenza al 'movimento situazionista', partendo da un'analisi della realtà intrisa di concezioni di derivazione strutturalista e marxiana in relazione a ciò che oggi Immanuel Wallerstein definisce come sistema-mondo moderno, il nostro caro Zhuang Zi invece arriva a tale considerazione mediante la sua stessa essenza, mediante una sapienza che gli ha permesso di osservare la natura 'dall'interno', immergendosi in essa come un tutto unico, se non proprio diventando perno delle funzioni fondamentali della prosecuzione della Vita sulla Terra avvicinandosi ad una dimensione mistica che supera le attuali frequenze materialistiche che hanno invaso il mondo.

BA GUA

Quando il santo taoista Zhuang Zi affermava che l'uomo è parte della natura stava sottilmente non-dicendo che lui stesso vi ci è profondamente entrato e ha personalmente fatto esperienza di tale Verità, in quanto la sua originaria essenza di essere umano si è sinergicamente inserita nella natura in corpo anima e spirito, mediante la sublimazione alchemica del proprio corpo energetico e avvicinandosi a Dio fino a chissà quale distanza.

Per Zhuang Zi, la concezione di contestare il mondo non solo non era di particolare interesse ma addirittura non ne aveva bisogno, in quanto è storicamente determinato che in alcuni casi di caos sociale, energetico e ambientale certi gruppi di santi e monaci taoisti intervenivano direttamente in prima persona per guidare le masse al fine di ripristinare l'ordine e l'armonia del paese con la proclamazione di un nuovo imperatore.

Oggi non saprei cosa potrebbe pensare di fare Zhuang Zi ma di certo non starebbe con le mani in mano e da buon cinese taoista, che diventava confuciano non appena si relazionava con la società discendendo dalle sue montagne sacre, si sarebbe dato da fare per ripristinare l'antico ordine.

Infatti a differenza del pensiero euro-occidentale, che dal tempo di quell'Illuminismo borghese intriso di pensieri filosofici che scaturivano da personali interpretazioni dei diari di viaggio dei monaci Gesuiti che tornavano dalla Cina, il problema non è tanto cosa e come fare ma è il riportare l'antico ordine naturale delle cose.

Quindi siamo parte della natura ma ancora oggi, anche in chi magari cerca di affermare la stessa cosa, si può trovare qualcosa che poi lo porta a contraddirsi nei fatti, come nei pensieri e nelle azioni, in quanto persone prive di attenzione, privi della pratica di quella certa sensibilità che accosta l'umano alla realtà originaria della natura.

Infanzia

Se vediamo gli infanti nati da poco tempo, possiamo osservare come la loro esistenza sia semplice in quanto priva di desideri, ma intrisa soltanto di quei bisogni naturali importanti per vivere, ovvero il respirare, il bere, il mangiare, l'evacuare, il riposare, l'amare e anche il contemplare il divino, che noi non riusciamo a vedere nè a capire, in quanto l'infante vive in un mondo pieno di colori e di suoni che noi nè vediamo e nè sentiamo.

E' la società che poi ci tradisce, ci altera, ci adultera, di trasforma pian piano in 'adulti' mediante l'educazione primaria della famiglia, l'educazione secondaria della società (l'istruzione) e 'l'educazione terziaria' delle relazioni sociali che lungo l'arco dell'esistenza incappiamo mediante esperienze sia formative che de-formative, sia positive che negative.

Non a caso un'altro ramo sapienzale cinese ci aiuta a comprendere tale dimensione quando afferma che 'per natura gli uomini sono vicini, [ma] l'educazione li allontana', ovvero stiamo facendo parlare il grande Kongzi, quello stesso santo cinese che i monaci gesuiti romanizzarono con il nome di Confucius, oggi denominato Confucio.

In Europa tale visione del mondo può forse complicarsi ma non se ne può inficiare il valore reale e concreto di fondo di tale impostazione.

Siamo quindi di fronte ad una alterazione della natura in termini generali, se non proprio potremmo dire 'totali', in quanto oggi la mercificazione dell'esistente teorizzata da Immanuel Wallerstein è un processo sociale che di volta in volta porta a far diventare merce ogni cosa, una trasformazione continua dell'esistente che ricorda la rimurginazione continua delle vacche, oppure la tessitura continua della tela del ragno, oppure ancora il castoro che incessantemente taglia gli alberi per formare dighe un pò ovunque lungo il corso del fiume.

Ma la mercificazione non è l'unico aspetto, in quanto ritengo che esso appartenga non soltanto alla dimensione illuministica della modernità borghese strutturata sulla conformazione del capitalismo storico ma va oltre in quanto è antropologicamente radicata nelle menti di ogni euro-occidentale, anche di me stesso, al punto che spesso devo porgermi attenzione interiore iniziando una sana autocritica delle mie azioni, come anche degli stessi pensieri che mi travolgono la mente in quanto, come diceva il fu Siddharta Gotama detto il Buddha, sono i pensieri creano la nostra realtà e pertanto la struttura cognitiva dei nostri stessi pensieri continuamente crea e ricrea la realtà.

Siamo di fronte ad una matrice antropologica che ci ha portato a creare mostruosità come il capitalismo storico, il colonialismo, la modernità, le ideologie, le armi atomiche e la post-modernità nel suo più alto splendore di frammentazione e relativizzazione soggettiva della realtà, al punto che oggi Zygmut Bauman ha sociologicamente definito come 'Solitudine del cittadino globale', come 'Paura liquida', come 'Amore liquido', ovvero una frammentazione sociale generata da uno smarrimento personale generalizzato determinato a sua volta dall'isolamento cognitivo e assolutista dell'uomo contemporaneo.

E' un cane che si morde la coda, è un circolo vizioso da cui non si trova uscita se non in modo apparente, come tendenzialmente fanno oggi in molti, cercando maggiore privacy e lontananza dalle metropoli, cercando un maggiore contatto con la natura.

Fra l'altro mi ritrovo pienamente d'accordo con Zygmut Bauman quando sostiene che una rigenerazione etica, un rinnovamento dell'etica nella pratica della vita quotidiana, è realmente un potenziale detonatore sociale che blocca questo ciclo continuo di creazione e ricreazione della 'normalità sociale', in quanto la pratica costante dell'etica in un senso reale, se non proprio antico, è una dimensione che muta la realtà di fatto, a poco a poco, ma che poi ci pone anche di fronte alle avversità con cui ogni giorno dobbiamo avere a che fare, poichè l'etica è una dimensione morale che riguarda in particolare i singoli, quegli stessi che poi di volta in volta si ritrovano a relazionarsi in contesti situazionali e vibrazionali diversi per ogni dimensione sociale attraversata.

In tal senso ci viene d'aiuto, ad esempio, ancora l'etica del Buddha quando afferma che la fine dei cicli di rinascita del 'samsara' possono soltanto essere il frutto della pratica costante di una 'buona attenzione' verso il prossimo e verso ogni esistenza che ci circonda in natura, mediante l'ausilio dello studio degli insegnamenti sacri e della pratica della meditazione che ci permette un miglioramento cognitivo costante nelle nostre correlazioni sociali.

Dal punto di vista sociale ci viene in aiuto anche la sapienza del buon Confucio, come anche di un buon Gesù scevro dalle sovrastrutture metafisiche dell'Occidente che hanno ricamato la figura di un soggetto dalle molteplici e contraddittorie valenze.



Personalmente consiglio lo studio e la pratica del buddhismo Chan, che si è diffuso e anche 'occidentalmente contorto' nel mondo sotto la definizione giapponese di buddhismo Zen.

Detto questo, quindi, significa che non possiamo non esimarci dall'affrontare le avversità della realtà come anche di trovare correlazioni sociali con soggetti simili a tale impostazione, ma di certo riservare il giusto peso alle situazioni come anche di tornare a pensare la politica in un senso 'pienamente morale' o, per dirla in terminologie care al grande Confucio, in un senso dove l'integrità morale, l'onestà, il rispetto dei 'riti' e della legge diventano cardini a tutti i livelli sociali, e di certo così avremo  una società migliore.

In merito afferma Confucio in uno dei suoi Dialoghi: «Il saggio si dedica seriamente a nove cose: quando guarda si impegna a guardare correttamente; quando ascolta si impegna a comprendere distintamente, nella sua espressione si impegna ad essere gentile, nel suo atteggiamento si impegna ad essere rispettoso, quando parla si impegna ad essere onesto, nel suo lavoro si impegna ad essere discreto, nei suoi dubbi si impegna a chiedere, preso dall’ira si impegna a considerare le pene che da essa derivano, nel considerare il proprio interesse si impegna a farlo secondo giustizia».

In questo frangente si inserisce il simile discorso di Enrico Berlinguer quando si accaniva a sostenere la famosa 'questione morale', anche se il senso a cui faceva riferimento il caro Enrico aveva connotazioni tipicamente occidentali facendo riferimento particolarmente alla dimensione partitocratica della sua Italia coinvolta dalle mutazioni sul sistema internazionale di Bretton Woods e dal successivo vento neoliberista di Ronald Reagan e della signora Thatcher, anni in cui prende avvio la globalizzazione economica della post-modernità di Jean-François Lyotard.

Sono certo che se la pazienza sosterrà le spinte etiche di tutte le persone di buona volontà nel loro perpetuare giustizia tutti i giorni, alla fine troveremo la strada dove ogni sforzo avrà un senso.

Buon viaggio.

Vincenzo Di Maio


Ritornare alla natura

I HAVE A DREAM

I HAVE A DREAM - IO HO UN SOGNO
traduzione in italiano di un discorso pubblico di Martin Luther King, tenutosi a Washington in difesa della dignità del popolo afroamericano il 28 agosto 1963.

Io sogno che un giorno
gli uomini si solleveranno
e capiranno che sono fatti
per vivere da fratelli…
Sogno che un giorno
la guerra cesserà
e gli uomini trasformeranno
le loro spade in aratri,
le lance in falci;
le nazioni non si scaglieranno
più le une contro le altre
e non progetteranno più la guerra.
Sarà un giorno meraviglioso quello!
Le stelle del mattino canteranno insieme
e i figli di Dio grideranno di gioia!

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Martin Luther King
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

« Ho un sogno: che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo: "Riteniamo queste verità di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali" »
(Martin Luther King, 28 agosto 1963, Washington, discorso al Lincoln Memorial durante la marcia per lavoro e libertà)

Martin Luther King Jr. (Atlanta, 15 gennaio 1929 – Memphis, 4 aprile 1968) è stato un politico, attivista e pastore protestante statunitense, leader dei diritti civili. È stato il più giovane Premio Nobel per la pace della storia, riconoscimento conferitogli nel 1964 all'età di soli trentacinque anni.

Il suo nome viene accostato per la sua attività di pacifista a quello di Gandhi, il leader del pacifismo della cui opera King è stato un appassionato studioso, ed a Richard Gregg, primo americano a teorizzare organicamente la lotta nonviolenta.

L'impegno civile di Martin Luther King è condensato nella Letter from Birmingham Jail (Lettera dalla prigione di Birmingham), scritta nel 1963, e in Strength to love (La forza di amare) che costituiscono un'appassionata enunciazione della sua indomabile crociata per la giustizia.

Unanimemente riconosciuto apostolo instancabile della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, "redentore dalla faccia nera", Martin Luther King si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuta nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta ogni sorta di pregiudizio etnico. Ha predicato l'ottimismo creativo dell'amore e della resistenza non violenta, come la più sicura alternativa sia alla rassegnazione passiva che alla reazione violenta preferita da altri gruppi di colore, come ad esempio, i seguaci di Malcolm X.





Gramsci e gli indifferenti

Un testo tratto da: La Città futura, di Antonio Gramsci, anno 1917.

Questo è un testo dai toni forse troppo forti (a cominciare dall'uso eccessivo della parola odio) ma che riecheggiano un epoca particolare dove in europa, ieri più di oggi, imperava il pensiero assolutista e deformante delle ideologie, una situazione storica forte e pesante come l'elemento metallo della medicina cinese che non a caso, proprio l'elemento 'metallo' ha inaugurato un anno fatidico (il 1914, anno della tigre di metallo) dove a Sarajevo si diedero inizio alle danze per la prima guerra mondiale ad opera dell'anarchista Gavrilo Prinzip, assassino dell'arciduca Francesco Ferdinando, situazione che ha posto le basi e le radici di tutto un grande periodo che poi culminerà con l'uso indiscriminato della bomba atomica a Hiroshima e Nagasaki nel 1945 (anno del gallo di legno).
Quindi, anche se i toni andrebbero scremati dal nucleo del significato ed inseriti nel contesto storico di quegli anni, dove il 1917 è l'anno del serpente di fuoco nonchè anno in cui Lenin 'stranamente' giunge a Pietrogrado il 3 aprile con quel famoso treno che attraversò i territori controllati dalla Germania all'interno di un vagone piombato, bisogna dire che di fondo non intacca le qualità di Antonio Gramsci, scrittore, giornalista e parlamentare italiano oggi ancora molto apprezzato anche nelle facoltà di Scienze Politiche e di Relazioni Internazionali di tutto il mondo per le sue tesi scritte negli anni di prigionia intorno al concetto di 'egemonia culturale'.
Il senso profondo di questo testo è quindi dedicato a quelle persone che, in particolare nel nostro occidente, sono indifferenti a qualsiasi oltraggio posto nei confronti della Giustizia intesa in senso ampio e in tutte le sue forme, degli indifferenti che non soltanto evitano accuratamente ogni forma di atto di eroica onestà ma che sono indifferenti anche ad alzare il telefono per chiamare le forze dell'ordine e le forze di pronto soccorso.
Detto questo vi lascio al testo che reputo comunque di un certo interesse.
Buona Lettura.

Vincenzo Di Maio



Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che "vivere vuol dire essere partigiani". Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica.
L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.
I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.
Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'èin essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l'attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

MAPPE SIMBOLI E PAROLE

La mappa non è il territorio.
I simboli non sono la realtà.
Le parole non sono il significato.

Concetto Zen.
Vincenzo Di Maio

la mappa non è il territorio